I film del programma

I film della settimana: Il primo incarico e Venere nera

Martedì 11 ottobre 2011 ore 21.30

Prime visioni

IL PRIMO INCARICO

di Giorgia Cecere – Italia 2011 – 90’

con Isabella Ragonese, Alberto Boll

Salento, anni 50. Nena, giovane maestra fidanzata con un ragazzo dell’aristocrazia locale, riceve il primo incarico di insegnante in una comunità rurale del brindisino. La distanza pare incolmabile, soprattutto per chi è innamorata. Nena parte, la lontananza scombussola la storia d’amore mentre nel paese i suoi metodi educativi sono messi in discussione. Opera d’esordio di Giorgia Cecere, Il primo incarico è un film insolito e sorprendente. Il viaggio in una sorta di Far West dei sentimenti di una giovane donna poco propensa a sottostare alle regole che dal contesto arcaico contadino a quello alto borghese sono sempre declinate al maschile. L’asciuttezza di Isabella Ragonese è già una dichiarazione estetica, in un film scarnificato dove lo sguardo segue la matericità degli ambienti, delle cose, delle facce, e dove persino le parole sembrano di roccia o tufo. Da non perdere. (Mauro Gervasini, Film Tv)

 

Mercoledì 12 ottobre 2011 ore 21.00

Prime visioni

VENERE NERA

di Abdellatif  Kechiche, Francia 2010 – 166’

con Yahima Torrès, Olivier Gourmet

Dal 1810 al 1817, storia (vera, documentata) di Sarah “Saartjie” Baartman: dal circo umano in cui recita a Londra all’Accademia Reale di Medicina di Parigi, dagli spettacoli per i salotti borghesi ai bordelli, dalla strada alle conferenze in cui – calco di un corpo cadavere, genitali in formaldeide – diviene argomento per dimostrazioni aberranti. Per le proprie peculiarità fisiche (bassa statura, adipe accumulato sulle natiche, piccole labbra di grandi dimensioni) Sarah è fatta oggetto di sguardi. Kechiche ci introduce alla sua vita partendo dalla morte, da un corpo degradato a feticcio, nell’alibi di una scienza inesatta. E poi in scena è la voracità degli occhi, che nel guardare si cibano di pregiudizi finalmente inverati, in un corpo che si offre conformandosi ai desideri del pubblico, appagando nello spettacolo/baraccone la pretesa di una presunta superiorità etnica. Venere nera è un atto d’accusa alla cultura intimamente imperialista dell’Occidente, non importa se vestita di disprezzo o compassione

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