Martedì 12 maggio 2015 ore 21.00
Cinema Astra – Prime visioni
BOYHOOD
di Richard Linklater – Usa, 2014 – 165’ con Ellar Coltrane, Ethan Hawke, Patricia Arquette
E’ il film cui è dedicata la nostra tessera 2015, lo abbiamo inseguito sin dalla sua uscita ma i tortuosi meccanismi della distribuzione ci consentono di programmarlo solo ora. Vincitore di svariati premi (da Berlino al Golden Globe) Boyhood è un film straordinario, a partire dalla sua lavorazione: il primo ciak è stato battuto nel lontano 2002 e da quel momento, ogni anno per alcune settimane, il regista americano ha riunito lo stesso cast e la troupe per proseguire le riprese di un progetto più unico che raro, in cui la crescita dei personaggi va di pari passo con quella degli attori.
La trama racconta dodici anni della vita di Mason, dall’infanzia all’ingresso al college: la (prima parte della) sua vita è stata segnata dal divorzio dei genitori, dalla condivisione del nido domestico con la sorella Samantha, dal primo amore finito male e dalla passione per la fotografia.
Forte di una sceneggiatura di grandissimo spessore, Boyhood è un film esperienziale, divertente e malinconico al tempo stesso, in cui la vita del giovane protagonista diventa metafora universale di tante altre esistenze simili alla sua.
Mercoledì 13 maggio 2015 ore 21.30
Auditorium Fondazione Banca del Monte di Lucca
Evento speciale
NORBICCIANO
è la serata di presentazione di PER IL BENE CHE TI VOGLIO, il secondo romanzo di Michele Cecchini, uscito nell’aprile di quest’anno per le Edizioni Erasmo. Partecipa alla serata Ilaria Del Bianco, Presidente dell’Associazione Lucchesi nel Mondo
Intervento di Remo Santini (caposervizio della redazione lucchese del quotidiano La Nazione)
Coordina Pier Dario Marzi. Letture di Silvia Bagnoli. Sarà presente l’autore.
Verrà proiettato, tra gli altri, The Immigrant (it: Charlot emigrante, 1917 – Charlie Chaplin), si parlerà degli ‘sciabolatori di Re Erode’, di vaudeville, di ‘sciumecca’ e degli ‘ameri’ani di Lucca’.
Alla fine degli anni Venti, Antonio il maggiante parte dalla Lucchesia deciso a intraprendere la carriera di attore nel circuito dei teatri off-Broadway di San Francisco. Qui entra in contatto con l’ambiente artistico raccolto attorno, tra gli altri, a Lawrence Ferlinghetti. Per un periodo si trasferisce a Hollywood, dove viene scritturato in un film di Chaplin come ‘controfigura schermatica’. Sul set, in pratica, ha il compito di sostituire Chaplin nella predisposizione delle scene: su di lui i tecnici tarano le luci, impostano il piano dell’inquadratura, la distanza e l’altezza della macchina da presa, la definizione degli spazi e dei movimenti. Sembra dunque avere trovato la sua ‘Merica’ nel ‘muvinpicce’: con questa espressione, storpiata dall’inglese ‘moving pictures’, Antonio indica il cinema. Lui e tutti gli altri Dagos, gli emigrati di origine italiana, parlano infatti una strana lingua, l’italiese, una goffa eppure poetica commistione di italiano e inglese, che racconta il tentativo di integrarsi in una realtà tanto diversa da quella di origine.
Nel linguaggio come nella vita Antonio Bevilacqua – nel frattempo ‘divenuto’ Tony Drinkwater – abita una terra di mezzo, quella di chi non è ancora e allo stesso tempo non è più.
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