programma settimanale

I film di Ezechiele a Lucca e Capannori dal 30 novembre al 4 dicembre

Sabato 30 novembre 2019 ore 19.45 22.00 – Domenica 1 dicembre 2019 ore 17.30 20.00 – Lunedì 2 dicembre 2019 ore 21.00
Cinema Artè Capannori – Prime visioni
PARASITE
di Bong Joon Ho – Corea del Sud, 2019 – 132’ con Hye-jin Jang, Kang-ho Song, Lee Sun-kyun – Palma d’Oro al Festival di Cannes come miglior film
Tutta la famiglia di Ki-taek è senza lavoro. Ki-taek è particolarmente interessata allo stile di vita della ricchissima famiglia Park. Un giorno, suo figlio riesce a farsi assumere dai Park e le due famiglie si ritrovano così intrecciate da una serie di eventi incontrollabili. Un film da non raccontare e da gustare lasciandosi avvolgere dal caleidoscopio di eventi e dei molteplici sotto testi sociali e psicologici.

Martedì 3 dicembre 2019 ore 21.00
Cinema Astra Lucca – Prime visioni
PSICOMAGIA – UN’ARTE PER GUARIRE
di Alejandro Jodorowsky – Francia, 2019 – 100’
Rimpastando in forma documentaristica la summa di un percorso nato dal progetto sui tarocchi, proseguito nei libri (Psicomagia e Manuale pratico di psicomagia) e nei film più recenti, Jodorowsky, artista poliedrico e multidisciplinare, dà forma visiva e antologica a idee già sperimentate, atte a riparare traumi familiari e limiti fisici ed emotivi più o meno distanti nel tempo: un trionfo di abbandoni ad abbracci ancestrali, stati simili alla trance, digitopressioni dal gesto spettacolare, interramenti, laceramenti di vesti, sacrifici di foto e oggetti simbolici, uso sacro del sangue, colorazioni della pelle, pianti liberatori, rinascite. Ingresso con biglietto unico a 8 euro
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Mercoledì 4 dicembre 2019 ore 21.00
Auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca
Dreyer
GERTRUD
di Carl Theodor Dreyer – Danimarca, 1964 – 114’ con Nina Pens Rode, Bendt Rodhe
Gertrud è una sorta di testamento spirituale di Dreyer che vi ha inserito una serie di rimandi ai film precedenti e alla sua vita privata. La protagonista è una donna che cerca l’amore, un amore fisico e spirituale che le viene negato da una società perbenista in cui la sua aspirazione all’assoluto non trova comprensione né spazio. È una sorta di attualizzazione di Dies Irae, ambientata questa volta nel primo Novecento, dove al rogo inquisitorio è sostituito quello esistenziale. La poesia, la musica, l’arte in generale possono esistere anche senza amore – è la presa di coscienza di Gertrud, che reagisce a tutto questo consapevolmente facendo un passo indietro e isolandosi dal mondo. «Amor omnia» sarà il suo motto, quasi un messaggio in bottiglia da lanciare alle poche anime elette in grado di raccoglierlo. Dreyer si congeda dal cinema con un film inattuale, da apprezzare mettendosi in quella disposizione d’animo che la protagonista impone a sé e cerca negli altri: «Amor omnia».
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