I mercoledì di Ezechiele

FEBBRAIO 2019 – Il ciclo del mercoledì è dedicato al GRANDE CINEMA DEL CAUCASO

Tangerines di Zaza Urushadze

Il ciclo del mercoledì alla Fondazione Banca del Monte di Lucca è dedicato al grande cinema del Caucaso, terra impervia e bellissima, di congiunzione tra Europa e Asia, con un storia cinematografica di rilievo e da riscoprire, tra classici e nuove produzioni di grande fascino.

Mercoledì 6 febbraio 2019 ore 21.30
Auditorium Fondazione Banca del Monte
Il grande cinema del Caucaso
LE OMBRE DEGLI AVI DIMENTICATI
di Sergej Paradzanov – Urss (Armenia), 1964 – 97’ con Tatiana Bestayeva, Larisa Kadochnikova
Il giovane Ivan si innamora di Marichka, figlia dell’assassina di suo padre. Marichka, muore tragicamente e Ivan sposa Palagna, ma il suo pensiero è sempre rivolto a Marichka, così Palagna per riconquistare Ivan si rivolge alla stregoneria, subendo l’incantesimo dello stregone. Tratto dal racconto omonimo dello scrittore ucraino Mychajlo Kocjubinskyj, è il primo film che fa conoscere al mondo il talento ineguagliabile di Sergej Paradzanov, artista a tutto tondo nato in Armenia, attivo in Georgia e Ucraina, vittima dell’ottusità sovietica che volle punirne (con il carcere per il suo orientamento sessuale) la visionarietà svincolata da qualsiasi assoggettamento al realismo socialista. Il cinema di Paradzanov è unico al mondo, un’esperienza visiva che non si può descrivere, ma solo sperimentare. Fiaba, leggenda, straniamento, icone, pittura, collage, virtuosismo si mescolano per un’arte pura e indimenticabile.

Mercoledì 13 febbraio 2019 ore 21.30
Auditorium Fondazione Banca del Monte
Il grande cinema del Caucaso
VODKA LEMON
di Hiner Saleem – Armenia/Francia, 2003 – 88’
con Romik Avinian, Lala Sarkissian – Premio San Marco al Festival di Venezia
Nel corso del film si svolgono linee narrative differenti, tutte a partire dal protagonista Hamo, che si mette in contatto coi figli, organizza il matrimonio della nipote e conosce Nina, da cui a sua volta si svolge la storia della figlia, la quale racconta alla madre di riuscire a mettere da parte un po’ di soldi suonando il pianoforte in un albergo e raccogliendo mance, celando così l’attività di prostituta che è ridotta a praticare per portare avanti la famiglia. Il film è rinchiuso all’interno di una struttura circolare: si apre con un letto che scorre in avanti, verso lo spettatore, e si chiude con un pianoforte che si allontana, diretto verso l’orizzonte. Diretto dal regista curdo Hiner Saleem, qui alla sua quarta esperienza, Vodka Lemon ci mostra l’Armenia in un’ottica alternante tra cruda realtà e favolistica felicità, comunque sempre racchiusa in un complessivo scenario di decadimento, testimoniato dalla costante presenza della neve, in attesa del disgelo.

Mercoledì 20 febbraio 2019 ore 21.30
Auditorium Fondazione Banca del Monte
Il grande cinema del Caucaso
TANGERINES
di Zaza Urushadze – Estonia/Georgia, 2013 – 87’
con Misha Meskhi, Giorgi Nakashidze
ll film racconta la storia di Ivo, un estone anziano e solitario che, nonostante l’insorgere del conflitto georgiano-abcaso, ha deciso di non lasciare la propria casa e il proprio laboratorio di falegnameria in un piccolo villaggio dell’Abcasia. Ivo si trova a doversi prendere cura, con la saggezza di un vecchio padre, di due soldati feriti appartenenti agli opposti schieramenti. Una delle opere più toccanti del recente cinema georgiano che fa i conti con la propria storia recente, fatta di conflitti etnici scatenati dalla fine dell’urss e dall’insorgere delle mire espansionistiche dell’attuale Russia, ma che riesce a parlare al cuore degli spettatori di ogni latitudine. Giustamente candidato all’Oscar come miglior film straniero.

Mercoledì 27 febbraio 2019 ore 21.30
Auditorium Fondazione Banca del Monte
Il grande cinema del Caucaso
CORN ISLAND
di George Ovashvili – Georgia/Francia, 2014 – 100’
con Tamer Levent, Mariam Buturishvili
Il fiume Inguri segna il confine naturale tra la Georgia e la Repubblica di Abcasia. I secessionisti hanno reclamato questa porzione del paese, cacciando brutalmente i georgiani che la abitavano. Proprio lungo questa tormentata frontiera, in primavera, lo scioglimento del ghiaccio dà vita a piccole isole itineranti, che si fanno e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci della natura. Un vecchio contadino e sua nipote adolescente si installano in questa terra di nessuno, costruendo una precaria baracca di legno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere al rigido inverno. Quando sull’isola compare un ribelle ferito, il già fragile equilibrio di questa insolita coppia si spezza pericolosamente.
Il ciclo della vita, la saggezza della terra contrapposta alla crudeltà della guerra, il rapporto tra uomo e natura sono tutti temi che questo film straordinario porta alla luce con lo stupore della vera poesia cinematografica, affidandosi al silenzio e alle cristalline immagini in Cinemascope che hanno valso alla pellicola un’altra meritoria candidatura all’Oscar.

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